L’importanza psicologica nell’approccio alla riabilitazione uditiva

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Dott.ssa Pina Caterina Zambrano

25 settembre 2025
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La perdita uditiva non è solo un problema fisiologico: ha impatti profondi sul benessere emotivo, sociale e psicologico dell’individuo. Ignorare questi aspetti può ostacolare l’efficacia del trattamento. Integrare l’approccio psicologico nella riabilitazione uditiva significa guardare la persona nella sua interezza psicofisica, senza focalizzarsi esclusivamente sull’orecchio ed i suoi specifici problemi.

 

GLI IMPATTI PSICOLOGICI DELLA PERDITA UDITIVA

  1. Isolamento sociale e solitudine
    La difficoltà a seguire conversazioni con rumori di fondo, o lo stigma nell’indossare gli apparecchi può spingere chi ha problemi uditivi a ritirarsi, evitare situazioni affollate o uscire meno, provocando un progressivo isolamento. Studi mostrano che l’isolamento sociale è correlato con il peggioramento dei sintomi depressivi.
  2. Ansia, stress, fatica da ascolto
    Sentire male o dover sforzarsi continuamente per capire produce un carico cognitivo ed emotivo: stress, irritabilità, stanchezza mentale. Questi fattori possono contribuire ad abbassare l’umore e la motivazione.
  3. Autostima e immagine di sé
    L’udito è cruciale per la comunicazione e per sentirsi parte del mondo: difficoltà uditive non gestite possono abbassare l’autostima, generare sentimenti di vergogna o frustrazione.
  4. Rischio di depressione e peggioramento della salute mentale
    Diversi studi documentano che chi utilizza protesi acustiche ha un rischio inferiore di sintomi depressivi e disturbi dell’umore rispetto a chi resta senza trattamento.

L'APPROCCIO PSICOLOGICO: COSA SIGNIFICA IN PRATICA

Integrare la dimensione psicologica nella riabilitazione uditiva vuol dire:

  • Counseling fin da subito: spiegare cosa comporta la perdita uditiva, cosa fare, cosa aspettarsi dagli apparecchi acustici, affrontare le paure e le resistenze.
  • Supporto emotivo continuo: sessioni periodiche per monitorare come il paziente vive la riabilitazione, difficoltà, demotivazioni, progressi.
  • Obiettivi realistici e personalizzati: stabilire traguardi piccoli, incrementali, misurabili (es. restare in un ambiente sociale, uscire per un caffè, ascoltare un brano, partecipare a una conversazione in gruppo).
  • Training all’ascolto e ambienti intermedi: esercizi in ambienti silenziosi, poi rumorosi; aiutare il cervello a “ri-imparare” a filtrare e selezionare suoni, per ridurre l’affaticamento.
  • Incoraggiare l’attività sociale e fisica: camminare, stare all'aperto, hobby; aiutano lo stato d’animo e mantengono la mente attiva, riducendo l’attenzione esclusiva sul problema dell’udito.

EVIDENZE SCIENTIFICHE A SUPPORTO

Un meta-studio recente ha mostrato che programmi di riabilitazione uditiva migliorano significativamente l’uso dell’apparecchio acustico, riducono la percezione soggettiva della disabilità uditiva e alleviano stati emotivi negativi (ansia, tristezza) negli anziani con presbiacusia.    Frontiers

C’è anche evidenza che l’adozione di apparecchi acustici sia associata con tassi più bassi di disturbi dell’umore e una minore richiesta di cure psichiatriche nei pazienti che li usano consistentemente.              ScienceDirect

Infine, alcuni studi suggeriscono che il benessere psicologico mediatore può attenuare l’impatto della perdita uditiva sui sintomi depressivi: chi riesce a mantenere un buon equilibrio emotivo affronta meglio la sfida dell’isolamento e disabilità uditiva.                                                              Frontiers+1

COME IL CENTRO ACUSTICO PUO' CONTRIBUIRE

  • Offrire valutazioni psicologiche complementari: non sostitutive, ma strumenti per identificare stress, depressione, paure specifiche legate all’udito.
  • Includere educazione al paziente e famiglia: spiegare come la perdita uditiva non è una colpa, come trattare chi ne soffre, come usare l’apparecchio e come adattarsi gradualmente.
  • Monitorare l’umore e la motivazione nei follow-up, con domande specifiche su come si sente a partecipare a eventi sociali, difficoltà nel parlare in gruppi, stanchezza da ascolto.
  • Creare gruppi di supporto o esperienze condivise tra utenti: parlare con persone che hanno vissuto situazioni simili può ridurre vergogna e senso di solitudine.
  • Stabilire piccoli obiettivi personali (giornalieri, settimanali) per promuovere l’attività, il movimento sociale, l’interesse personale, l’autostima.

CONCLUSIONE

La riabilitazione uditiva non può limitarsi a misurare la soglia d’udito e fornire un apparecchio. Il cambiamento reale coinvolge mente ed emozioni: accettare la perdita, imparare a usarla come punto di partenza, ritrovare la fiducia e il piacere dell’ascolto. Un approccio integrato che considera anche la dimensione psicologica aumenta non solo l’efficacia del trattamento, ma anche il benessere psicofisico generale e la qualità della vita.

 

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Dott.ssa Pina Caterina Zambrano

Sono un'audioterapista appassionata con anni di esperienza nel trattamento e nella riabilitazione delle problematiche uditive e dei disturbi correlati. La mia missione è aiutare le persone a riscoprire la gioia di comunicare e vivere una vita piena attraverso un ascolto ottimale.